Storie Ottocentesche di Marina Uboldi
Il centenario della morte di Alfonso Garovaglio (1820-1905), celebrato alcuni anni orsono dai Musei Civici di Como, di cui Marina Uboldi è conservatore archeologo, ha fornito l' occasione per studiare questo personaggio.
Garovaglio fu uomo di cultura, archeologo, collezionista e viaggiatore. Nel ruolo di Regio Ispettore ai Monumenti e alle Antichità, per le zone prima di Lecco e poi di Como, percorse il territorio lariano per visitare i monumenti che richiedevano interventi di salvaguardia e restauro e le aree di nuove scoperte archeologiche. A lui si deve anche il recupero delle tombe celtiche venute alla luce durante la costruzione della stazione ferroviaria di Varenna.
L'interesse per le antichità e per i paesi stranieri lo indussero a viaggiare a lungo, portandolo in Egitto, in Siria, Mesopotamia e India. Possedeva doti di abile disegnatore e ci ha lasciato molti taccuini con disegni e appunti realizzati durante i suoi viaggi.
Fu anche amico di Antonio Fogazzaro, che si ispirò a lui per un personaggio del "Piccolo mondo antico", un legame in più con Varenna, dove lo scrittore ebbe importanti e durature amicizie.
(Per ulteriori informazioni, si può consultare il sito www.alfonsogarovaglio.it)
Resoconto fotografico della conferenza "Lariosauro" tenuta al Museo di Milano
Parte della facciata del Civico Museo di Storia
Naturale di Milano. La dicitura “Raccolta Turati” si riferisce a uno dei
principali nuclei delle vecchie collezioni.
Giancarlo Colombo accolto all’ingresso dal
paleontologo dottor Cristiano Dal Sasso.
Giancarlo, Dal Sasso e il prof. Gian Clemente Parea
davanti a una corazza di Glyptodon,
un Mammifero fossile del
Cenozoico dell’Argentina.
Nella sala dei dinosauri.
Un rarissimo fossile di Lariosaurus balsami ritrovato nel 1921 tra Varenna e Perledo, nei
pressi del “Crotto del Pepot”.
Dal Sasso, nel presentare il relatore, mostra un
calco del primo esemplare di Lariosauro noto alla scienza, venuto in luce in
una cava di Perledo verso il 1830.
L’originale di questo fossile, sul quale nel 1847
fu denominata la specie, andò purtroppo perduto nell’incendio che semidistrusse
il Museo nel 1943, in seguito a un bombardamento aereo.
Giancarlo indica il calco del “Lariosauro perduto”
argomento del suo nuovo libro. La riproduzione è stata fatta eseguire dalla
nostra Associazione presso il Museo Carnegie di Pittsburgh.
L’originale, scoperto nel 1891, dopo poco tempo era
stato acquistato da un collezionista privato, sfuggendo così a tutti i
censimenti scientifici. Il possessore vendette la sua raccolta all’importantissimo
Museo statunitense nel 1903.
Al termine della relazione, Dal Sasso e Giancarlo
rispondono alle domande del pubblico.
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